Il Killer di Halloween

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From the series: Un Mistero di Riley Paige #17
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CAPITOLO DUE

Avevano ordinato i loro panini, e ora Riley era seduta tranquillamente, guardando il suo partner dall’altra parte del tavolo.

Bill ricambiò lo sguardo.

Entrambi sorrisero.

Nessuno di loro disse una parola, ma non sembrò importante.

Almeno non ci sentiamo a disagio, pensò.

In effetti, le cose sembravano andare molto bene tra loro, in quel momento.

Erano seduti ad un accogliente tavolo privato nella Hannigan’s Public House. Dopo aver passato anni e anni a prendere qualcosa da mangiare al volo, a mangiare in caffè sudici e fast food, oppure ordinando pizza nelle camere dei motel, questo era un bel cambiamento per loro due, o almeno per loro due insieme. Non riusciva a ricordare che avessero pranzato insieme in un posto simile.

Certamente non mentre lavoravamo ad un caso.

Era contenta che Bill avesse scelto Hannigan’s per il loro …

Appuntamento, rammentò a se stessa. Siamo davvero ad un appuntamento.

Infatti, sembrava un appuntamento tradizionale quasi in un modo pittoresco. Bill era persino passato a prenderla a casa ed erano arrivati lì in auto. Era anche contenta di vedere che, come lei, lui si era sforzato di avere un bell’aspetto. Indossava un elegante cardigan con bottoni sul davanti, e i suoi capelli neri sempre voluminosi erano acconciati in modo impeccabile.

Un bell’uomo, pensò.

Bill non era mai stato un ragazzo di successo come il suo ex-marito, Ryan. Non era mai stato calmo e piacevole come il suo ex-ragazzo Blaine. I suoi tratti appartenevano a un uomo che aveva vissuto una vita dura, ma aveva anche l’aspetto di un uomo che aveva ottenuto dei risultati.

Riley sapeva che la vita aveva lasciato il segno su entrambi. I suoi capelli neri, come quelli del partner, mostravano tocchi di grigio. Cerchi intorno agli occhi, come i suoi, rispecchiavano i brutti incontri fatti nel corso degli anni. Sebbene gli uomini in generale sembrassero attratti da lei, sapeva che la maggior parte non aveva alcuna idea di come fosse in realtà l’Agente Speciale Riley Paige.

Finalmente, Bill si protese verso di lei, prendendole la mano.

Le chiese: “Riley, funzionerà?”

Riley abbozzò una leggera risata.

“Non lo so, Bill” rispose. “Non sono neanche sicura di che cosa ‘si’ tratti. Tu sì?”

Anche Bill rise.

“Beh, ho qualche idea, ma non posso dire dove ‘questo’ ci porterà.”

“Neanch’io” Riley rispose.

Tornarono di nuovo in silenzio. Riley era sicura di una cosa soltanto. “Questo” era qualcosa di romantico, un cambiamento nelle vite di entrambi, che passavano dall’essere migliori amici a qualcosa di più che amici.

Riley ricordò il momento dolce, caloroso, quando “questo” era iniziato. Era accaduto un paio di settimane prima, proprio dopo che avevano chiuso il loro ultimo caso. Si erano seduti insieme nella camera di hotel di Riley, entrambi sconvolti e tristi. Riley era amareggiata e ferita a causa dell’inspiegabile sparizione di Jenn. Bill era spaventato perché Riley si era quasi fatta uccidere da un folle psicopatico.

Per nessuno dei due era stata la prima volta in cui avevamo rischiato di morire, naturalmente. In effetti, era probabile che non si fosse trattata neanche della centesima volta. Ma, in quell’occasione, Bill era sembrato particolarmente sconvolto.

Infine, le aveva detto esattamente perché.

“Non penso di poter sopportare di perderti. Non penso che potrei vivere senza di te.”

Poi, senza aggiungere altro, si erano baciati.

Dopodiché, si erano stretti in silenzio per un po’ senza parlare.

Questo era successo, fino ad allora: un singolo bacio e un lungo e silenzioso abbraccio. Erano stati entrambi troppo malconci a causa della loro lotta col killer, per poter far procedere le cose.

Il sorriso di Riley si allargò al ricordo.

Vide che anche Bill sorrideva.

Sta ricordando anche lui quel momento?

Non ne sarebbe stata affatto sorpresa. Come una vecchia coppia sposata, spesso finivano col ritrovarsi a pensare le stesse cose e a completare reciprocamente le frasi.

Lei e Bill avevano lavorato insieme come partner per anni. Si erano salvati reciprocamente dai mostri, aiutandosi in momenti terribili, e la loro amicizia era sopravvissuta, anche Riley, ubriaca, ci aveva provato con lui, quando era ancora sposato.

Avevano anche superato i rispettivi divorzi, e, nel caso di Bill, la quasi completa perdita di contatto con i suoi figli, quando la sua ex-moglie si era trasferita e risposata. L’uomo sapeva dei problemi e delle lotte di lei con Ryan, del suo divorzio e persino della sua recente relazione con Blaine.

Non si erano visti molto dalla chiusura di quel caso. Non avevano avuto una possibilità di chiarire.

Bill aveva fatto visita a Riley a casa un paio di volte, e avevano parlato un po’ al telefono. Non avevano fatto cenno a quel bacio, ma naturalmente Riley ci aveva pensato per tutto il tempo, e sapeva benissimo che era stato così anche per Bill.

E adesso erano lì, al loro primo vero appuntamento.

E, come tutti i primi appuntamenti, era carico di ogni sorta di possibilità e incertezze.

Infine, Bill scosse il capo: “Riley, abbiamo delle cose che dobbiamo davvero risolvere.”

Riley si accorse di stare trattenendo il fiato, incerta su che cosa aspettarsi.

“Ci tengo tantissimo a te” Bill disse. “So che è lo stesso per te. E immagino che sia … solo naturale che la nostra relazione … capisci …”

Riley gli strinse la mano e fece una risatina.

“Si evolva?” chiese.

Anche Bill fece una risatina.

“Sì, evolva. È naturale, ed è … meraviglioso. E non voglio che finisca.”

“Anche per me è lo stesso” Riley disse.

Bill alzò le spalle e cambiò posizione nella sedia.

“Ma mi preoccupo delle … cose” disse. “Voglio dire, che cosa significherà questo per noi come partner?”

Riley sospirò: “Magari lo sapessi. In realtà, l’FBI non ha regole ferree contro … beh, la fraternizzazione.”

“Lo so” Bill disse. “Ma ciò non significa che sarà facile. Riesco a pensare a un uomo che ci renderà le cose il più dure possibili.”

Riley annuì. Sapeva benissimo a chi Bill si riferisse. Regole o non regole, l’Agente Speciale Capo Carl Walder non approvava che gli agenti si facessero coinvolgere in relazioni romantiche mentre lavoravano insieme. In realtà, Walder non approvava molte cose che gli agenti facevano, a meno che non lo mettessero in buona luce.

C’era di peggio: Walder serbava un violento disprezzo nei confronti di Riley. L’aveva sospesa e persino licenziata più di una volta. Se Riley e Bill avessero mostrato apertamente la loro relazione, Walder avrebbe indubbiamente trovato ogni stratagemma per rendere le loro vite  infelici. Perlomeno impedendo loro di lavorare insieme, ma anche collocando uno di loro in un ufficio distante.

Bill strizzò pensosamente gli occhi per un momento.

Le disse: “Mi preoccupa anche che … beh, entrare nella tua vita, immagino, e portare tutto il mio bagaglio con me. Voglio dire, tu hai una famiglia, e io ho …”

Bill scosse tristemente il capo.

“Beh, sai quello che ho” le disse. “Non un granché. E poi, ho affrontato un brutto divorzio.”

“Vale anche per me” Riley disse.

“Sì, ma il tuo ex-marito non ti ha portato via le figlie.”

Con una profonda fitta di comprensione, Riley gli strinse di nuovo la mano.

“Lo so” rispose. “Mi dispiace.”

Bill alzò leggermente il tono di voce.

“Ma tu … beh, hai una famiglia. Vuoi che io ne faccia parte?”

Riley stava per rispondergli naturalmente di sì, ma Bill la interruppe.

“Ti prego, non rispondere a quella domanda senza davvero pensarci.”

Riley annuì tristemente.

Era davvero una buona domanda; Riley pensò a quanto fosse ricca e amorevole la sua vita domestica. Aveva due figlie e una governante che viveva in casa sua e che era molto, ma molto più che una semplice domestica.

C’è posto per qualcun altro? si chiese.

Lei aveva provato a fare spazio a due uomini diversi, e non aveva funzionato. Quando il suo ex-marito, Ryan, era tornato a pregarle di dargli un’altra possibilità con lei, gli aveva consentito di vivere insieme per un po’. L’uomo aveva deluso lei e le ragazze, naturalmente, il che l’aveva fatta sentire stupida per essersi aspettata altro da lui. L’ultima volta che era tornato, lo aveva mandato via con decisione.

Inizialmente, tutto era sembrato filare liscio con Blaine Hildreth, l’affascinante ristoratore con cui Riley aveva avuto una relazione. Era un padre single con una figlia dell’età di April. Ad un certo punto, Blaine aveva persino pianificato di allargare la sua casa, così che potessero viverci tutti insieme.

Ma i pericoli della vita di Riley si erano infine dimostrati più di quanto Blaine potesse affrontare.

Sebbene lei non potesse davvero biasimarlo, Riley stava ancora soffrendo per il suo rifiuto finale. L’aveva lasciata amareggiata e delusa. Si era ritrovata a chiedersi se ci sarebbe mai stato un uomo nella sua vita di cui potersi davvero fidare e dipendere.

Ma, al momento, quella sembrava una domanda stupida.

Stava guardando negli occhi quell’uomo in quel momento.

Lei e Bill avevano avuto le loro discussioni e i loro disaccordi ed alti e bassi. Ma, alla fine, erano sempre riusciti a fidarsi, mettendo la vita dell’una nelle mani dell’altro.

Che altro potrei volere da una relazione? si chiese.

Forse era esattamente questo il problema.

Balbettò, provando a trovare le parole per esprimere ciò che intendeva dire.

“Bill, io … sento che tu mi conosci meglio di chiunque altro al mondo. Meglio di Ryan, persino. Mi hai vista quando ero al peggio e al meglio. Mi hai tirata fuori dall’abisso del …. beh, dell’alcol, della disperazione, dell’autocommiserazione e senso di fallimento …”

 

Bill scosse il capo. “Beh, tu mi hai visto peggio di così.”

Riley sussultò un po’. Sapeva troppo bene ciò di cui Bill stava parlando.

E ricordava benissimo il messaggio che Bill le aveva inviato mentre stava lavorando ad un caso la primavera precedente …

Sono seduto qui con una pistola in bocca.

Jenn aveva coperto l’assenza di Riley, così che lei potesse precipitarsi nell’appartamento di Bill a Quantico. Se non fosse andata lì ad aiutarlo, ancora non sapeva che cosa sarebbe potuto accadere.

Ma non avrebbe potuto comportarsi in un altro modo. La loro amicizia si era cementata nei momenti brutti quanto in quelli belli.

Riley fece una pausa per un momento.

Poi disse: “Immagino che quello che sto pensando è … forse siamo già una coppia perfetta. Forse lo siamo stati per tutti questi anni. Dio sa che mi sento più legata a te di quanto lo sia mai stata a Ryan.”

“E io sono più legato a te di quanto sia mai stato legato a Maggie” Bill rispose.

Riley fece un profondo respiro e disse: “Allora forse … non dovremmo cambiare le cose tra noi. Forse dovremmo lasciare le cose così come sono.”

Bill sorrise un po’ tristemente.

Lui disse: “Riley, le cose sono già cambiate tra noi. Sono cambiate, che lo vogliamo o no.”

Riley sapeva esattamente ciò che intendeva.

Quel bacio.

Era cambiato tutto tra loro.

Proprio allora, il cameriere apparve con i loro panini.

E il cellulare di Riley si mise a squillare.

Pensò di ignorare la chiamata, finché vide che si trattava del capo, il caposquadra Brent Meredith.

Quando rispose alla chiamata, Meredith andrò dritto al punto come al solito.

“È pronta a prendere un altro caso, Agente Paige?”

Riley sorrise alla domanda. Dire “no” a Brent Meredith non era affatto un’opzione.

“Sono pronta” rispose.

“Bene. Allora venga immediatamente nel mio ufficio.”

Meredith mise fine alla chiamata senza aggiungere altro.

Bill disse: “Presumo che Meredith fosse nel suo solito mood di chiacchierone.”

Riley rise e disse: “Sì, parla senza sosta talvolta. Ad ogni modo, immagino che abbiano bisogno di noi, e subito, come al solito. Mi dispiace per il pranzo.”

“Possiamo mangiare per strada” Bill disse. “Nulla d’insolito al riguardo.”

Bill fece cenno al cameriere e gli chiese di mettere i panini in un sacchetto e portare il conto.

Lui disse: “Quante volte pensi che saremo costretti a rinunciare al pranzo?”

Riley fece un sorrisetto e disse: “Immagino che alcune cose non cambino mai.”

Bill pagò il conto, e presero il pranzo con sé, dirigendosi verso la sua auto.

CAPITOLO TRE

Mentre entravano nell’edificio del BAU, Bill continuò a rimuginare sulle ultime parole pronunciate da Riley, pochi istanti prima della brusca fine del loro appuntamento.

“Immagino che alcune cose non cambino mai.”

Anche Bill trovava quasi comico il modo in cui una telefonata aveva interrotto la loro conversazione … proprio com’era accaduto innumerevoli volte.

Avevano frettolosamente impacchettato il loro pasto e si erano infilati nell’auto … proprio come sempre.

In quel momento stavano percorrendo un corridoio familiare, diretti all’ufficio di Meredith. Tutto era riconducibile all’imprevedibilità in cui lui e Riley avevano vissuto per tanti anni.

Eppure, sapeva che il bacio che avevano condiviso un paio di settimane prima aveva cambiato tutto tra di loro. Era consapevole che Riley la pensava allo stesso modo. Avrebbe davvero voluto poter avere più tempo a disposizione per chiarire le cose. Prima o poi, avrebbero dovuto scendere a patti con quei cambiamenti.

Prima è meglio è.

Ma, ovviamente, quello non era il momento. Non si erano quasi parlati durante il viaggio in auto. Erano stati impegnati a mangiare i panini che avevano portato via dal ristorante, ma Bill sentiva anche che la mente di Riley era già sul caso che stavano per affrontare.

Anche la mia dovrebbe esserlo, pensò.

Si chiese se le cose sarebbero sempre andate così da allora in poi? Il loro lavoro insieme avrebbe contato sempre più di qualsiasi cosa sarebbe potuta accadere tra loro?

Quando entrarono nell’ufficio di Meredith, il loro capo, un uomo dai tratti duri e spigolosi, con il consueto cipiglio minaccioso sollevò lo sguardo dalla scrivania. La sua espressione era severa, mentre sottolineò: “Non mi aspettavo di vederla, Agente Jeffreys.”

Bill spalancò gli occhi per la sorpresa. Vide che anche Riley era stupita.

Bill balbettò, mentre lui e Riley si sedevano di fronte alla scrivania di Meredith: “Beh, l’Agente Paige ha detto che …. aveva chiamato riguardo ad un nuovo caso, e ho solo desunto …”

Meredith alzò le spalle. “Sì, ho un nuovo caso per lei. Non ho chiesto anche di lei, agente. Infatti, la sua presenza non sarà necessaria stavolta. L’Agente Paige lavorerà con un altro partner.”

Bill provò un senso di preoccupazione.

Che cosa succede qui? si chiese.

Meredith aveva già capito che stava accadendo qualcosa tra lui e Riley, prima ancora che lo avessero chiarito a loro stessi? Non poteva immaginare come, ma Meredith aveva un modo quasi inspiegabile di sapere come stavano le cose riguardo agli agenti sotto la sua autorità.

Ci separerà? Bill si domandò.

“Sto solo provando ad addestrare una nuova agente” Meredith spiegò. “Una recluta. Ho immaginato che potesse essere una buona esperienza per lei lavorare con l’Agente Paige, almeno  stavolta.”

Una nuova agente? Bill pensò.

Era sollevato che la disposizione non sembrasse permanente, ma provò anche un nuovo senso di ansia. Il loro lavoro con le loro ultime reclute si era rivelato fallimentare. Non sopportava neppure il ricordo di Lucy Vargas, che aveva ottenuto la loro stima ma era morta in una terribile sparatoria. L’ultima recluta, Jenn Roston, aveva portato con sé altri problemi.

Bill non poteva negare che la ragazza si fosse dimostrata una brillante e promettente giovane agente, ma non si era neppure inserita completamente e il suo passato complicato l’aveva apparentemente raggiunta. C’era di peggio: Bill era ben consapevole che Riley conosceva alcuni segreti del passato di Jenn, ma non si era sentita libera di svelarglieli, segreti che avevano condotto alla misteriosa scomparsa della ragazza, avvenuta un paio di settimane prima.

Aveva provato a convincersi che, quali che fossero stati i segreti che Riley e Jenn avevano condiviso, non lo riguardassero affatto. Ma non ci era ancora riuscito. Ricordò come, solo poco prima, lui e Riley avevano ammesso di sentirsi più vicini di quanto non fossero stati con i rispettivi coniugi. Non era affatto insolito, in realtà. Era così che le cose dovevano andare tra partner.

Ma Jenn aveva considerevolmente legato più con Riley che con lui, facendolo sentire escluso, e persino in qualche modo amareggiato. Per quasi due decenni, Bill e Riley avevano custodito dei segreti, e di rado, se non mai, si erano mentiti a vicenda. Il che spiegava perché a Bill non piacesse il fatto che Riley mantenesse dei segreti su Jenn.

La cosa si sarebbe ripetuta anche con una nuova giovane recluta?

Spero di no, l’uomo pensò. Le cose erano complicate abbastanza, tra lui e Riley, già così.

Meredith dette un’occhiata al suo orologio. “L’ho contattata, chiedendole di unirsi a noi. Dovrebbe essere qui da un momento all’altro. Si chiama Ann Marie Esmer, e non potrebbe essere più acerba. È appena uscita dall’accademia, e non ha mai lavorato ad un vero caso.”

Riley inclinò il capo, incuriosita.

“Significa che non ha mai operato nelle forze dell’ordine?” Riley chiese.

“Esatto” fu la risposta di Meredith.

“Allora com’è entrata nell’accademia?” fu la successiva domanda di Riley.

Meredith unì tutte le dita formando una torre, si mosse appena nella sedia e sorrise.

“Nello stesso modo in cui ha fatto lei, Agente Paige. Ha risolto un caso da civile, appena uscita dal college. L’FBI l’ha notato ed è stata scelta. Come lei, è stata brava nel programma d’addestramento estivo, e poi all’accademia. Perciò, le stiamo dando una possibilità al BAU. Mi hanno detto che è molto promettente.”

Bill fu colto da un pizzico di curiosità. Sapeva che Riley era stata reclutata dal suo mentore, Jake Crivaro, dopo aver risolto un caso di omicidi seriali al college, in cui lei stessa era studentessa. Come nuova agente, Riley aveva eccelso nel programma estivo e all’accademia.

Questa ragazza diventerà una giovane versione di Riley? si chiese.

Non era certo che l’idea gli piacesse. In qualche modo, era turbato all’idea che Riley lavorasse con un altro partner, ed in particolare con uno inesperto.

Meredith si appoggiò contro lo schienale della sedia.

“Ho le mie ragione per mandare la ragazza ad occuparsi di questo caso” disse. “Da un lato, non dovrebbe essere troppo difficile per lei. Una donna è scomparsa a Winneway, circa un anno fa. Il suo corpo è stato finalmente ritrovato ieri sera. Lo sceriffo è convinto che il killer colpirà di nuovo, perciò vuole il nostro aiuto.”

Bill strizzò gli occhi, scettico, e chiese: “Lo sceriffo ha qualcosa in più che una sensazione a riguardo?”

Riley aggiunse: “Perché pensa che il killer stia per diventare seriale?”

Meredith rispose: “Ha qualcosa a che fare con un paio di messaggi anonimi ricevuti dalla polizia. Non sono al corrente dei dettagli, ma mi sembra che la polizia lì sia rimasta vittima di una sorta di scherzo, nulla per cui è richiesto l’aiuto del BAU, certamente non si tratta di un caso seriale. Probabilmente, andrà lì, farà un giro e poi tornerà indietro. Ma almeno, darà alla ragazza una possibilità di ambientarsi.”

Bill si sentiva pieno di risentimento, suo malgrado.

Tienilo per te, pensò. Sapeva che non era mai una buona idea contraddire gli ordini di Meredith. Ciò nonostante, impulsivamente sbottò: “Signore, non posso dire di essere felice di essere estromesso da questo caso.”

Meredith si allungò dall’altra parte della scrivania e lo guardò severamente.

“Agente Jeffreys, quale parte di ciò che ho appena detto non capisce?”

Bill ebbe paura di quello che sarebbe seguito.

Perché non sono riuscito a tenere la bocca chiusa?

Meredith ringhiò: “Non penso che questo sia un vero caso, Agente Jeffreys. Non penso sicuramente che si tratti di un serial killer, ma solo di uno stupido scherzo. Inviarla lì sarebbe esagerato. Inoltre, penso che sarebbe meglio per questa ragazza poter lavorare con un’altra donna al caso. È un ordine.”

“Capisco, signore” Bill rispose.

“Davvero?” Meredith disse. Spostò lo sguardo tra Riley e Bill, unendo le sopracciglia e tamburellò con le dita sulla sua scrivania.

Disse: “Ho la netta sensazione che stia succedendo qualcosa qui.”

Bill si sentì arrossire. Sollevò lo sguardo e vide che anche Riley stava arrossendo.

Ancora una volta, l’istinto di Meredith si stava dimostrando misterioso. Chiaramente, sentiva che qualcosa era cambiato tra Bill e Riley, sebbene sicuramente non avesse ancora individuato che cosa stava accadendo.

“C’è qualcosa che voi due non mi state dicendo?” Meredith chiese.

“No, signore “Riley mormorò.

“Va tutto bene, signore” Bill aggiunse docilmente.

Non appena quelle parole furono pronunciate, Bill pensò, Riley e io abbiamo appena mentito a Brent Meredith?

Infatti, era così, e Bill lo sapeva. Non solo avevano mentito, ma lo avevano fatto malamente, con i volti accesi come semafori.

I sospetti di Meredith sarebbero aumentati.

Bill guardò Riley, e poté dire che stavano entrambi pensando la stessa cosa.

Dovremmo semplicemente dirglielo?

Riley scosse lievemente il capo. Bill acconsentì silenziosamente.

Infine, Meredith tornò a poggiarsi contro lo schienale della sua sedia.

Disse: “Jeffreys, se è davvero così ansioso di essere coinvolto, allora resti al BAU oggi. Se ci saranno novità sul caso, potrà eseguire delle ricerche.”

Bill si sentì colpito.

Ricerche?

Meredith sapeva sicuramente come stava facendo sentire Bill, offrendogli un compito di importanza inferiore.

Di sicuro non è contento di me e Riley, Bill pensò.

Meredith dette un’occhiata all’orologio e disse: “Beh, la giovane Agente Esmer dovrebbe arrivare da un momento all’altro. Ho sentito dire che sia puntuale, immagino che lo scopriremo. Agente Paige, voglio che prenda la nuova agente e guidi un’auto del BAU fino a Winneway, non appena arriva. È solo ad un’ora da qui. Presumo che arriverete alla risoluzione di questo scherzo e tornerete qui domattina. Lasciate che sia la polizia del posto ad occuparsi dell’omicidio. Non è compito nostro.”

 

Proprio allora la porta dell’ufficio si aprì, ed entrò una ragazza.

“Spero di non essere in ritardo” disse.

Dal primo sguardo all’Agente Ann Marie Esmer, Bill ebbe la sensazione che Riley e la ragazza probabilmente non si sarebbero rivelate un buon mix, persino per un incarico di un giorno basato sulla soluzione di una sorta di scherzo. Non poté fare a meno di sentirsi almeno un po’ sollevato.

Almeno non devo preoccuparmi di competere con un altro partner, pensò.