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Rosanna Capursi

Se fossi per me

Tradotto da: Simona Casaccia

Editore: Tektime

www.traduzionelibri.it

Indice

  Prologo

  Capitolo uno

  Capitolo due

  Capitolo tre

  Capitolo quattro

  Capitolo cinque

  Capitolo sei

  Capitolo sette

  Capitolo otto

  Capitolo nove

  Capitolo dieci

  Capitolo undici

  Capitolo dodici

  Epilogo

Quando ero giovane, immaginavo che sarei morta ormai vecchia insieme all’amore della mia vita, dopo un matrimono con figli, la vita che da giovane si idealizza e sogna, però...Se succede qualcosa nella tua vita che ti fa cambiare il modo di pensare e quello di vedere l’esistenza?

Anche se devo ammettere che quando la mia vita è inaspettatamente finita, una nuova è cominciata, dove ho potuto capire che la vita e la morte non sono poi cosi diverse come pensavo.

Prologo

Un giorno di ottobre dell’anno 2015, in cui il freddo autunnale cominciava a farsi sentire, un uomo di trentacinque anni, dai capelli biondi e gli occhi azzurri, che era appena uscito da prigione dove era stato per aver rubato in diverse abitazioni, stava camminando tranquillamente per le vie di Colonia, in Germania, in cui vi erano pace e fin troppa tranquillità.

Intorno alle due della mattina, mentre l’uomo camminava in una strada che sembrava apparentemente vuota, un guidatore ubriaco, lo investì uccidendolo sul colpo.

L’uomo iniziò a vedere una luce abbagliante di colore rosso e si coprì il volto con il braccio sinistro.

- Felix Meyer, sono venuto a darti una missione. - disse una grossa voce proveniente da quella luce.

- “Sei il diavolo?”- gli chiese Felix, pur avendo altre domande nella mente, come per esempio, Era morto? Dove si trovava? Tutte domande che avrebbe fatto, ma a quanto pare fu quella meno importante che uscì dalle sue labbra.

- Questo non è importante Felix, vengo a darti la missione di trovare qualcuno.

Felix incrociò le braccia aspettando che la voce continuasse a parlare e corrugò la fronte, ormai il bagliore rosso non lo infastidiva più.

- D’accordo. Come si chiama?-

- Oh mio caro, questa persona non è ancora stata ”creata”, dovrai aspettare almeno un anno prima di cominciare a cercarla, si chiama Monica, Monica Valentini.

- E per quale motivo vuoi che la cerchi? – gli chiese Felix.

- Questo è qualcosa che non posso dirti, amico mio. -

Felix mise una mano sul suo viso, rise e posò le mani sulla cintura.

- E che succede se mi rifiuto di farlo?-

- Allora, verrai con me all’inferno, dove passerai la tua eternità soffrendo e svolgendo i lavori che ti saranno ordinati.

Felix non dubitò molto nel scegliere il suo destino, Che cosa preferiva? Compiere la missione o andare all’inferno?

- D’accordo, lo farò, però solo se mi prometti che vivrò per sempre sulla terra e non tornerò in carcere - incrociò di nuovo le braccia perché tenerle così, gli dava una certa sicurezza e poi voleva dimostrare che non aveva paura di questo diavolo o demonio...

- D’accordo, ti contatterò per mezzo dei sogni, mentre intanto, ti darò un anello con una pietra di rubino che terrai nella tua mano sinistra, e non puoi toglierlo salvo che non desideri sparire alla vista di qualsiasi essere umano.

- Qualcos’altro che devo sapere?- gli chiese Felix guardandosi la mano sinistra dove si supponeva, ci sarebbe dovuto essere l’anello di cui aveva parlato questo demonio.

- No, solo questo.

Felix vide una luce che lo accecò e quando la luce si spense, si rese conto che si trovava sdraiato nel suo letto.

Mancava un anno alla sua missione e non sapeva quale fosse l’attrattiva del diavolo per quella ragazza, però lo avrebbe scoperto, molto prima di quanto pensasse.

Capitolo uno

Un anno dopo

Monica Valentini, una ragazza di ventiquattro anni dai capelli castani al di sopra delle spalle e occhi di un colore marrone chiaro, si era laureata all’Università di Bari, in lingua e letteratura straniera e sapeva parlare diverse lingue, l’italiano (poiché era la sua lingua madre), l’inglese, lo spagnolo, il francese e il tedesco. Monica aveva due sorelle minori, Fiorella, di diciassette anni, con capelli castani che gli arrivavano in vita e gli occhi di un color miele come quelli di Monica, ed Elisabetta di quindici anni che aveva capelli castani di color marrone scuro al di sopra delle spalle e gli occhi di un marrone chiaro.

Monica viveva con i suoi genitori nel paese di Venosa, che si trovava nel sud dell’Italia. Amava molto uscire con le sue sorelle, però una sera si trovava insieme alla sua amica Natalia Napolitano, che aveva biondi capelli fino alla vita e gli occhi azzurri.

- Ehi, Mon, vuoi andare a una festa a Maschito? - le chiese Natalia mentre camminavano per una delle strade di Venosa con la calura del mese di agosto.

- Una festa? Siamo solo a venerdì …- le disse Monica mentre poneva le mani nelle tasche dei pantaloni.

- Dai, tu sai che questo mese in Italia ci sono un sacco di feste, poi sei maggiorenne e penso che non ti succederà nulla ad andare a una festa - le disse incrociando le braccia

Monica dubitò per qualche secondo e poi rise passando la mano sui suoi capelli spettinandoli un poco.

- D’accordo, andiamo! A che ora è la festa?

- Alle dieci di sera - Disse Natalia fermandosi; Monica guardò l’orologio che teneva al braccio, e vide che erano appena le sei di sera, quindi mancava qualche ora prima di andare alla festa.

- Guiderò io, perché sono sicura che berrai più del consentito come l’ultima volta -disse Monica ridendo. L’ultima volta erano andate a una festa nella città di Ginestra, e Natalia si era ubriacata così tanto che Monica aveva dovuto accompagnarla con l’auto fino a casa ma poiché Natalia viveva sola, non aveva nessuno che la aspettava per “rimproverarla” o qualcosa del genere, mentre per Monica non era la stessa cosa, poiché nella sua famiglia l’avevano educata a bere moderatamente. Il giorno che erano andati a questa festa, Monica e Natalia, non avevano dimenticato nessun dettaglio importante, così avevano parlato con i loro superiori (Monica lavorava in una gioielleria e Natalia in una panetteria) per lavorare di più e tenersi un giorno della settimana per andare dal parrucchiere.

- D’accordo, allora passami a prendere alle dieci di sera, ci vediamo. - Le disse Natalia dandole un bacio sulla guancia e s’incammino verso casa. Monica si volse a guardare l’orologio, le 6:02 del pomeriggio, quindi aveva tempo per andare a casa, raccontare alla sua famiglia della festa, lavarsi e vestirsi.

1 ora dopo

Monica stava guardando la televisione nella sua casa sdraiata sul letto quando arrivò sua sorella Fiorella.

- Com’è che vai a una festa senza di me ?- le chiese mettendosi le mani sulla vita

- Sei minorenne, non posso portarti a una festa, dove possono entrare solo adulti. - le disse mentre chiudeva la televisione con il telecomando e si sedeva sul letto per guardarla.

- Ho diciassette anni. - Disse Fiorella gonfiando le guance. Monica rise; lo faceva quando sua sorella si comportava come una bambina. Si alzò e si avvicinò a lei.

- Mi risulta che per l’Italia l’età legale è diciotto, non 17.- E senza dire altro, Monica uscì dalla stanza e cominciò a camminare, mentre sua sorella sospirava e si era messa a camminare dietro di lei seguendola

- Dai! Non se ne accorgerà nessuno. –

Monica andò in cucina e si riempì un bicchiere d’acqua.

- Mamma e papà non ti lasceranno venire, non insistere, vado solo con Natalia, ti prometto che prima dell’una di mattina sarò a casa. – disse.

Fiorella non disse nulla e tornò nella sua stanza, le piaceva andare alle feste con sua sorella maggiore, però Monica non voleva portarla con sé, e se le chiedessero l’identificazione? Avrebbe dovuto badare alla sua sorellina e voleva divertirsi per un po’ con la sua amica Natalia.

3 ore dopo

Monica stava finendo di vestirsi per andare alla festa, si guardò allo specchio; indossava un vestito rosso che le arrivava sopra il ginocchio. Salutò la sua famiglia e andò a prendere Natalia con la sua auto. Suonò il campanello più volte e infine Natalia uscì chiudendo la porta a chiave, indossando un vestito nero corto e con i capelli sciolti. Entrò in macchina e chiuse la porta.

- Sei bellissima Monica!-

- Anche tu lo sei, Natalia.- disse Monica mentre faceva partire la macchina.

Natalia sorrise e cominciò a guardare dal finestrino, in qualche modo il viaggio a Maschito la emozionava.

In poco tempo arrivarono alla festa, chiesero loro l’identificazione ed entrarono. C’era molta gente e si sentiva una musica tecno di sottofondo.

-Te lo avevo detto che dovevamo venire!- le gridò Natalia mentre passava tra le persone.

Le due ragazze si fermarono e cominciarono a ballare, un ragazzo dai capelli castani e occhi azzurri e un altro ragazzo dai capelli neri e occhi marroni si avvicinarono a Monica e Natalia.

- Sono Luca.- disse quello dai capelli castani

- Ed io sono Matteo.- disse quello dai capelli neri

- Noi siamo Natalia e Monica.- disse Natalia mentre guardava i due appena arrivati.

-vi va di ballare?- chiese Luca; Natalia guardò Monica come se aspettasse un’approvazione e Monica annuì.

- Certo – disse Natalia.

Natalia cominciò a ballare con Matteo e Monica con Luca. I quattro ballarono per qualche minuto, poi andarono a bere una bibita, ballarono di nuovo, conversarono e dopo quattro ore decisero di andarsene.

- Questa festa sì che è stata divertente! - gridò Natalia mentre ballava sul sedile.

- “Si è vero”- disse Monica ridendo mentre guidava.

Quando avevano appena passato il cavalcavia che portava all’entrata di Venosa, proprio nella curva, la luce di un camion le accecò. Monica mosse il volante in tutte le direzioni però, quando finalmente riuscì a svoltare verso destra, l’auto scivolò su alcune pietre e con un salto precipitò dal cavalcavia, verso il fatale destino.

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