Versi Per Ragazzi

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2. SUL FONDO DEL MARE



Nuotando fino al fondo



un giorno ci si imbatteva



in un piccolo pesciolino



che esplorarlo voleva.





Mai era andato



tanto in profondità e pensava



“Cosa potrò trovare lì?”



e nuotava e nuotava.





Quando stava per arrivare



di colpo lui si soffermò



su un’ombra molto grande



e un poco si spaventò.





Perché lui non sapeva



chi avrebbe mai potuto abitare



in un luogo così basso e profondo



e si mise a gridare.





―Vengo solo per vedere



cosa qui ci sta



non voglio portarmi via nulla



nè restare a vivere qua.





L’ombra si stava avvicinando



e più grande si faceva



il piccolo spaventato



di nuovo lo ripeteva.





―Che non voglio farti nulla



desideravo solo venire a guardare



per vedere cosa c’è sul fondo



per poi via andare.





Era rimasto in silenzio



per vedere cosa si verificava



ma l’ombra avanzava



e già molto vicino si trovava.





Gli occhietti il piccolo



dalla paura aveva serrato



non vedendo chi accanto a lui



proprio lì era arrivato.





―Piccolo, cosa fai qui?



―qualcuno gli aveva domandato.



Aveva così aperto un occhietto solo



e immediatamente di capire fu in grado.





Quest’ombra che arrivava



al suo fianco si era riuscita ad avvicinare



nuotando era accanto a lui



ma non aveva finito col farsi da lei divorare.





Era una grande balena



che lì vicino a nuotare stava



ciò che lo vide da lontano



e stranita ne restava.





E dato che non era il suo posto



credeva che stesse capitando



al pesciolino qualcosa di strano



e ad aiutarlo si stava così avvicinando.





Ora erano grandi amici



e nuotando via avevano abbandonato



il fondo del mare



che così solitario era stato lasciato.





AMORE




3. LO STRUZZO ZOPPO



A mangiare una mattina



uno struzzo si trovava



quando all’improvviso una cosa



al povero capitava.





Non sapeva come era successo



ma zoppo si era trovato a restare



camminare non poteva più farlo



né da qualsiasi altra parte andare.





―Per favore qualcuno mi aiuti!



―a gran voce stava urlando



dato che era così spaventato



che desiderava andarsene scappando.





Ma per quanto ci provasse



a muoversi riuscire non sembrava



era come se gli mancasse una zampa



anche se proprio lì davanti si trovava.





Ma adesso che guardava



e non avendo osservato la faccenda capitata



la sua zampa non la trovava



se n’era andata, si era dileguata.





Un po’ di tempo era già passato



non smetteva di strillare



alla fine qualcuno l’aveva ascoltato



e si andava ad avvicinare.





Era il Signor Leone che stava sentendo



grida da lontano arrivare



e dato che era molto curioso



ciò che stava accadendo andò a guardare.





Lo struzzo appena visto



che il leone era quasi arrivato



gli disse: ―Fermo lì!



e lui immobile se n’era restato.





―Ma non stavi chiedendo aiuto?



io ti vengo ad aiutare



―gli diceva molto serio il leone



che si voleva avvicinare.





―Fermo, ti ho detto fermo!



Niente da te posso desiderare



sicuramente tu non mi aiuterai



solo danneggiato ne potrei restare.





―Ma che stai dicendo?



Vero non mi può sembrare



fin qui ero arrivato correndo



per vedere cosa potevo fare.





―Sí, dai che ti conosco!



Non mi puoi ingannare



sei arrivato correndo questo è certo



ma di certo non per aiutare.





―Ma che dici bello?



E quale sarebbe la mia intenzione?



Lo struzzo dopo averci pensato



così disse al leone.





―Sicuramente al sentire



che qualcuno stava gridando



tu immediatamente hai pensato



“il pranzo mi sta chiamando”.





―Su non essere sciocco



non l’ho mai pensato



volevo solo aiutarti



e poi solo dopo ti avrei mangiato.





Lo struzzo al sentire ciò



uno strattone forte aveva dato



liberando così la zampa



e a correre si era lanciato.





―Bè non sarà oggi il giorno



―al leone stava dicendo―,



in cui mi mangerai



e se ne andava da lì correndo.





Il leone molto meravigliato



non aveva saputo che fare



era rimasto lì impalato



e con lui non si sarebbe più andato a incontrare.





AMORE




4. NON RIUSCIVO A DORMIRE



Annoiata la signora Rana



a guardare il cielo stava



non riusciva a riposare



e alla luna parlava.





―Se non dormo durante la notte



non so cosa mi può capitare



sicuramente mi sentirò strana



se non riuscirò a riposare.





La luna che la ascoltava



immediatamente le diceva



―Perché non dormi ranocchietta?



E lei le rispondeva.





―Mi vado a sdraiare molto stanca



e rapidamente mi addormento



ma passa solo un attimo



che perdo l’assopimento.





La luna che era molto sveglia



alla rana stava dicendo



―Perchè non fai ginnastica?



così ti addormenti correndo.





―Correndo? Ma che dici?



sicuramente devi scherzare



io ginnastica non ne faccio mai



a me piace saltare.





―Appunto, salta per un po’



ciò ti può aiutare



così che essendo più stanca



dal sonno ti fai sopraffare.





―Allora dici sul serio,



devo mettermi a saltare?



Se di notte non dormo



così ancora di più mi andrò a svegliare.





―Bè chi lo sa? ―diceva la luna



magari non succede nulla―.



Fai come me! ―le consigliava―,



e dormi la mattina.





―Bene! Di uno scherzo si deve trattare



se trascorro il giorno dormendo



a quest’ora cosa mi metto a fare?



Passo la notte correndo?





―Guarda ―molto seria la luna



alla rana stava parlando―.



Non ti piacciono le mie idee



e ormai il giorno si sta avvicinando.





Se lo desideri più facilmente ti coricherai



sicuramente ti addormenterai



e quando il sole si avvicinerà



nemmeno te ne accorgerai.





La rana ci stava pensando



e talmente stanca

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