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Insieme - Un nuovo Patto per il patrimonio europeo

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From the series: Big Ideas #15
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UN CAMBIAMENTO A TRAZIONE CULTURALE

Non vi sono tuttavia solo studi indipendenti ad attestare i numerosi benefici legati al patrimonio culturale. Secondo l’Osservatorio della cultura e della creatività urbana[11] sviluppato dal Centro comune di ricerca della Commissione europea, la “vivacità culturale” e il “contesto favorevole” costituiscono un’attrattiva non indifferente, in termini economici, per privati e potenziali datori di lavoro, che tendono a preferire città con questo tipo di caratteristiche. Nelle aree rurali il recupero e la valorizzazione del patrimonio culturale e naturale contribuiscono a promuovere una crescita all’insegna della sostenibilità e della trasformazione verde. Il Gruppo di esperti sul patrimonio culturale istituito dalla Direzione generale (DG) della Ricerca e dell’innovazione della Commissione europea nell’ambito di Orizzonte 2020 ha affermato che gli investimenti nel patrimonio culturale, anche se di modesta entità, possono fruttare molto. L’affermazione può essere interpretata in senso economico, ma anche in termini di miglioramento della sostenibilità ambientale e della coesione sociale[12]. È una ragione già di per sé sufficiente a giustificare un eventuale investimento dell’Unione nel “New Heritage Deal for Europe” e autorizzare l’utilizzo dei diversi strumenti di finanziamento a sua disposizione: i Fondi strutturali dell’UE, il Fondo europeo di sviluppo regionale, il Fondo europeo agricolo per lo sviluppo rurale, il Fondo sociale europeo e lo Strumento di assistenza preadesione, in aggiunta al pacchetto per la ripresa recentemente adottato (Next Generation EU). Una delle finalità del Patto per il patrimonio è proprio quella di migliorare le scelte di investimento in modo che generino vantaggi sostenibili e tangibili per le comunità locali e il loro ambiente di riferimento. Per valorizzare le campagne e i beni paesaggistici, ridare lustro alle città dell’entroterra e trovare soluzioni innovative in un’ottica di rafforzamento delle comunità locali e di creazione di posti di lavoro è infatti necessaria un’attenta pianificazione degli investimenti. Occorre sposare la causa della trasformazione digitale e utilizzare gli strumenti che mette a disposizione per amplificare l’impatto di queste iniziative. Senza dimenticare che questo tipo di operazioni può avere esito positivo soltanto con la partecipazione attiva della società civile, con l’impegno delle comunità locali e il sostegno delle amministrazioni nazionali, regionali e locali, oltre che delle istituzioni europee, del settore no-profit, del mondo degli affari e dei privati.


GLI ARCHIVI STORICI DELLA FONDAZIONE “BANCO DI NAPOLI” UTILIZZANO LA NARRAZIONE DIGITALE (DIGITAL STORYTELLING), CORTOMETRAGGI E RAPPRESENTAZIONI TEATRALI PER FAR CONOSCERE LE PROPRIE MONUMENTALI COLLEZIONI ALLE GIOVANI GENERAZIONI (ILCARTASTORIE, VINCITORE 2017 PER LA CATEGORIA EDUCAZIONE, FORMAZIONE E SENSIBILIZZAZIONE)

Questo nuovo Patto creerà fermento nel settore, agevolando i collegamenti tra operatori culturali, avvicinando la dimensione locale a quella globale, e promuovendo sinergie fra gli Stati. Le città dell’entroterra, vulnerabili e spesso in stato di degrado, potranno finalmente guardare al futuro grazie a progetti tesi a favorire lo sviluppo sostenibile delle regioni attraverso azioni innovative nel campo della cultura. Grazie a investimenti mirati a favore di siti del patrimonio e aree di interesse culturale si potranno aiutare interi quartieri a uscire dalla povertà, contribuendo a rendere la nostra società più coesa e inclusiva. Attraverso una formazione professionale mirata si potrebbero inoltre sviluppare le competenze di giovani disoccupati, che avrebbero così la possibilità di partecipare attivamente al recupero del patrimonio locale e non solo. Dovremmo infine sfruttare meglio le potenzialità del Corpo europeo di solidarietà per offrire ai giovani opportunità lavorative, a titolo professionale o di volontariato, in cantieri di restauro, parchi naturali o nell’ambito di eventi culturali.


L’INNOVAZIONE IN AZIONE A FAVORE DEL PATRIMONIO: CULTLAB3D, DARMSTADT, GERMANIA (VINCITORE UE/EUROPA NOSTRA 2018)

I contesti multiculturali, spesso considerati un ostacolo, dovrebbero invece essere visti come fonte di opportunità e benessere. Gli scambi interculturali e le idee creative, uniti alle tecnologie innovative, esercitano una costante influenza sulle nostre vite. La cultura e il patrimonio culturale non sono qualcosa di statico, sono in continuo movimento. Le “variazioni sul tema” della cultura europea, complesse e articolate, si evolvono continuamente arricchendosi di voci, strumenti e melodie nuovi. A volte ci vuole un po’ per accordare nuovamente tutti gli strumenti, ma come in un grande coro con orchestra dobbiamo creare ed eseguire questa eclettica musica all’unisono.


INCLUSO NELLA LISTA DEI “7 PIÙ A RISCHIO” PER IL 2020, IL TEATRO NAZIONALE DI TIRANA (ALBANIA) È STATO PURTROPPO DEMOLITO NEL MAGGIO 2020

INSIEME PER SALVARE I BENI DEL PATRIMONIO A RISCHIO

Se una percentuale così consistente del patrimonio europeo è ancora fruibile è soprattutto grazie alle capacità e alla dedizione di milioni di professionisti e volontari. Ma sono ancora molti i siti minacciati da uno sviluppo urbano incontrollato, dalla carenza di fondi o da decisioni politiche poco lungimiranti. Tutto questo è per tutti noi fonte di preoccupazione, in quanto le implicazioni vanno ben al di là del patrimonio in sé. Un esempio recente è rappresentato dalla demolizione, avvenuta il 17 maggio 2020, del Teatro nazionale di Tirana, in Albania, un edificio storico inserito nella lista dei 7 siti più a rischio in Europa per il 2020[13]. Il teatro, situato in un’area urbana protetta nel cuore del centro storico di Tirana, è stato raso al suolo in un giorno, nonostante due anni di proteste. È successo all’alba, in un momento in cui le misure precauzionali imposte dalla pandemia erano state quasi del tutto soppresse, e a dispetto di un ampio movimento civico con la partecipazione di artisti, giornalisti e attivisti. Il governo e le autorità locali hanno sostenuto che la mancanza di interventi di manutenzione e restauro stava portando il teatro alla rovina, e che per questo motivo è stato necessario demolirlo. È stato un momento buio per storia del nostro patrimonio culturale, per la democrazia e lo Stato di diritto.

Noi europei dobbiamo essere consapevoli che il nostro patrimonio culturale rappresenta una responsabilità condivisa. Prima della pandemia il turismo di massa si era trasformato in un ostacolo e persino in una minaccia per diverse città storiche o siti e luoghi di interesse culturale o naturalistico. Il suo impatto, unito a quello dei cambiamenti climatici e ai gravi rischi che essi comportano, è drammatico. Sono necessarie misure urgenti per ridurre questo genere di rischi nell’ottica di una strategia europea volta a rendere in futuro il turismo più sostenibile e responsabile. Lo stop alle attività turistiche imposto dalla pandemia rappresenta quell’occasione che da tempo aspettavamo. Il caso di Venezia è tristemente emblematico sotto tutti i punti di vista appena considerati. Vittima del turismo di massa più distruttivo, la città lasciava che le navi da crociera si avvicinassero pericolosamente al centro storico, distruggendo un ecosistema naturale già sull’orlo del collasso. È quindi sprofondata nelle fangose acque delle cattive decisioni che, oltre a impoverire la città mettendo a repentaglio il suo fragile equilibrio architettonico, stanno condizionando la vita delle generazioni presenti e future. Le immagini dei pesci, delle meduse e dei delfini tornati a popolare la laguna durante il lockdown imposto dall’epidemia di COVID-19 sono emblematiche di ciò che l’ambiente urbano potrebbe offrire se solo non fosse sacrificato in nome di una logica del profitto a breve termine. La sopravvivenza di Venezia e della sua laguna non deve essere considerata un problema solo dei veneziani o degli italiani. Far rinascere Venezia in maniera sostenibile potrebbe infatti essere uno degli obiettivi-simbolo del “New Heritage Deal europeo”.